martedì 24 agosto 2010

Prepariamoci ad una nuova tornata elettorale

"Organizziamoci sul territorio", è l'invito del PDL lanciato ai "fedeli" del partito per coinvolgere più gente possibile e tentare così di superare indenne anche questo ormai probabile ritorno anticipato alle urne.Certo ci vuole una bella faccia tosta a lanciare questo appello, quando in precedenza, per logiche egocentriche, si era cancellato tutto e tutti, affidando il territorio al gerarca di turno, con poteri illimitati.Forse si sono accorti, con sorpresa (!) che la classe politica dirigente del partito, quella della prima e della seconda ora, è stata in questi ultimi anni totalmente estromessa dalla partecipazione attiva al dibattito politico? O si sono resi conto, un po' in ritardo, che in molti hanno fatto un passo indietro perché non più disponibili a svolgere il ruolo di stupide ed inconsapevoli pedine, utili esclusivamente alle strategie di un Sakharov della politica, pronto a sacrificarle su una scacchiera in cui diagonali, verticali e orizzontali altro non rappresentano che il crovevia di interessi di cordata, di caste, di malfattori, di arrivisti?Così, alla luce degli eventi che turbano il sonno del capo, oggi i vertici del PDL avvertono il bisogno e la voglia di aprire il partito (definito libero e liberale, la casa comune di idee in cui gli italiani avrebbero dovuto riconoscersi), per far vedere quanta democrazia esista al suo interno - caso Fini docet.Avvertono il bisogno di cooptare nuovi idioti, come lo fui io, pronti a scendere in piazza, con i gazebo, a difendere valori ed ideali che oggi, rielaborati a misura d'uomo, non sono più proponibili alla gente ber bene.Infatti, i continui attacchi alla magistratura e alla giustizia, il processo breve, il sistema elettorale, il legittimo impedimento, la nomina di nuovi ministri finalizzata a porli al riparo dai processi, la sconsiderata tutela o ala protettiva offerta ad uomini di partito plurinquisiti, altro non rappresentano che una caduta di stile, chiamiamola così, che molti cittadini, credo milioni, non sono più disposti a tollerare.Ritengo sia giunto il momento di "pentirsi" e di uscire allo scoperto con la stessa dignità e onestà intellettuale con la quale, agli inizi del 1994, ci si lasciava coccolare da un leader che a quel tempo non aveva ancora perduto i freni inibitori e non era stato inebriato dai fumi del potere.Bisogna avere il coraggio di reagire e di lanciare un messaggio molto forte un po' a tutti, da costa a costa: non siamo più disponibili a rilasciare deleghe in bianco, a Roma come a Trapani. Vogliamo essere artefici e protagonisti del nostro futuro, per noi e per i nostri figli, oggi mortificati da una politica che li ha emarginati e ridotti al ruolo di "fannulloni". Venga in Sicilia questo ministro dei fannulloni, per cercare di capire quanto soffrano questi giovani senza futuro e senza speranza e quanta tristezza ci sia nelle loro famiglie!Mi chiedo infine: i gerarchi che in questi ultimi anni in nome del partito hanno governato i territori, da Trieste a Trapani, non sono più capaci di assicurare ai capi una ulteriore campagna elettorale vincente? O forse sono rimasti soli, comandanti di se stessi, marionette consapevoli di un puparo che li domina con la prospettiva di assicurar loro un comodo scranno alla Camera o al Senato?E' troppo triste pensare che siamo arrivati al capolinea. Quanti sogni, quanti entusiasmi; quanta rabbia per averci ingenuamente creduto!
Roald Vento