venerdì 6 maggio 2011

Xenofobia e razzismo - Non tarpiamo le ali ai giovani immigrati

Articolo pubblicato su Trapani OK il 5 Maggio 2011

Mi riferisco all’articolo marcatamente razzista “Accà nisciuno è fesso” a firma di Michele Rallo, per fare alcune considerazioni sulle allucinanti affermazioni da lui fatte in ordine ad uno studio della Fondazione “Leone Moressa” secondo la quale nel nostro Paese nel 2010 circa 31000 aziende italiane avrebbero chiuso i battenti, mentre nello stesso anno sarebbero state create 29000 nuove aziende a conduzione straniera, con la conseguenza di un aumento della disoccupazione di lavoratori italiani e un conseguente aumento di assunzione di stranieri.
“La realtà, dice Rallo, è che gli immigrati clandestini vanno certamente a svolgere i lavori più umili e peggio retribuiti. Ma al contempo, gli immigrati più o meno regolari vanno ad occupare i posti di lavoro più ambiti, quelli che farebbero la felicità di qualsiasi padre di famiglia italiano appena licenziato”
Mi vorrà scusare l’amico e già collega Rallo, ma la lettura di questa frase mi ha dato la sensazione di ascoltare una notizia da “Istituto Luce”, quando il fascismo era raccontato dai cinegiornali del tempo.
In realtà, la nostalgia di una certa “cultura” traspare a chiusura del suo articolo che lui conclude citando, non a caso e non senza acredine, il suo ex compagno di partito Gianfranco Fini, che con la proposta di “attribuire la cittadinanza italiana al compimento dell’11 anno di età a tutti i figli che gli immigrati dovessero decidere di dare alla luce nel nostro Paese” costringerebbe i nostri figli ad andare a cercare il lavoro in Albania o in Tanzania.
Mi sembra abbastanza evidente la natura ideologica e politica dell’articolo che, partendo da una critica all’azione dei tre sindacati riunitisi recentemente a Marsala, scaglia una freccia al curaro al suo ex leader di cui certamente non condivide un “trasformismo” che io invece reputo più serio e più costruttivo di un fanatico quanto continuo e nostalgico sguardo al passato.
D’altra parte, le affermazioni di Rallo vengono smentite sia dalla Fondazione da lui citata, che proprio in questi giorni ha pubblicato e quindi fatto proprio uno studio del Censis secondo cui le aziende italiane “facciano comunque difficoltà a reperire alcuni mestieri, e alcuni posti di lavoro rischiano di essere vacanti perché non vi sono persone disposte a svolgere tali mansioni: muratori in pietra, meccanici, elettricisti …”; sia da una esemplare testimonianza di convivenza fra i cittadini di Mazara del Vallo e gli immigrati del Maghreb che in quest’area della nostra provincia raggiungono ben oltre il 10% della popolazione, dimostrando così, senza tema di smentita, una integrazione sociale, culturale, etnica e religiosa che dovrebbe servire a tutti d’esempio.
La Lega, con “fora dai ball”, ha espresso tutto il proprio razzismo e disprezzo verso questi poveri diseredati alla ricerca di un sogno. Il mio sogno e credo anche quello di Michele Rallo e di tutti i padri del mondo, è che i propri figli materializzino le loro ambizioni, le loro aspettative, i loro progetti di vita.
Anche gli immigrati sono dei figli ed è da vigliacchi cercare di tarpare le loro ali spiegate verso la ricerca della libertà.
Roald Vento

Bombardamento della Libia. Trapani: voli sospesi all'aeroporto civile

Articolo scritto il 29 Marzo 2011 e non pubblicato

Scarsa solidarietà: trapanesi imborghesiti

Ancora una volta Trapani non ha reagito come era logico che facesse, al cospetto del pericolo “mortale” che le viene dal blocco dell’aeroporto civile di Birgi.
Così, al corteo che si è diretto a Piazza Vittorio Veneto, davanti l’ingresso della Prefettura, hanno partecipato solo in pochi, non più di trecento cittadini, inclusi politici e sindacalisti che già da soli fanno un buon numero. C’erano i tassisti, come c’erano alcuni, ma soltanto alcuni, dei nuovi operatori turistici del trapanese che gestiscono centinaia di B/B, affittacamere, alberghi e pensioni che sono sicuramente i più danneggiati da questa parentesi bellica che sta infiammando il Mediterraneo.
Dov’erano gli altri? Dov’erano i commercianti, i ristoratori, i gelatai, i pasticcieri che in questi ultimi tempi hanno fatto buoni affari con il turismo legato all’aeroporto? Dov’era la società civile e la solidarietà degli abitanti di questa provincia che forti della loro sicurezza economica che viene dal loro stato in massima parte impiegatizio, a reddito fisso, non hanno certamente avuto il tempo e la voglia di riflettere sulla possibilità che gli eventi, in qualche modo, potessero infine stravolgere anche il loro sereno tran tran quotidiano?
La politica era tutta lì, schierata in prima fila, con tante di fasce tricolori. Ma per far cosa, se non per emettere comunicati stampa di tale o tal’altro tenore che nessun beneficio hanno finora portato a un territorio e alla sua gente che da circa due settimane vive con il cuore in gola?
Ognuno per conto suo, evitando perfino di incrociare gli sguardi perché divisi anche da rancori personali, i nostri rappresentanti politici si sono guardati bene dall’emettere un comunicato congiunto, forte, nei confronti di un Governo che si accorge di noi soltanto quando c’è da razzolare voti.
Cosa ci aspettiamo da una telefonata informale fatta a questo o quel ministro che per insipienza, per quieto vivere politico, o per incapacità ad imporsi perché in quel ruolo, ottenuto per grazia ricevuta, non ha alcun potere decisionale?
Alla tensione per un aeroporto che non dà più linfa al territorio, si aggiunge ora la beffa delle tendopoli. Non la sola di Kinisia, ma ben tre, se si considera che anche Marsala e Torretta sono state scelte da chi ama e rispetta questo territorio!
Dove erano i nostri rappresentanti politici quando sono state “sorteggiate” le nostre città? Sapevano i solerti funzionari dello Stato, i Ministri, i Sottosegretari, che Trapani già da anni dà abbondantemente in termine di ospitalità e solidarietà.
Non vorrei che una perversa strategia leghista ci porti all’esasperazione, per poi poter parlare di un sud intollerante e razzista.
Vorrei invitare gli operatori turistici dell’intera provincia a girare alla Prefettura di Trapani tutte le E mail i fax e altri messaggi di disdetta delle prenotazioni, affinché il nostro rappresentante del Governo li utilizzi per le necessarie strategie di tutela del territorio.
Invito infine i politici a mettere da parte i rancori personali e, con una efficiente strategia bipartisan, convincano il Governo nazionale che, perdurando questo grave stato di crisi, la già fragile economia del nostro territorio subirà fatalmente una stretta mortale.