sabato 28 febbraio 2009

Bullismo, o mancanza di freni inibitori? - da Coni News

Altre volte abbiamo utilizzato le pagine di questo nostro periodico per parlare di un fenomeno che è sempre esistito, in quanto proprio della natura dell’uomo, sempre pronto a beffarsi delle altrui debolezze.
Il bullismo, tuttavia, una volta consisteva nel farsi celia di un compagno, nel nascondergli dei libri, nel farlo arrossire al cospetto di una coetanea, nell’ironizzare sulle sue prestazioni scolastiche da “sgobbone”, sui suoi difetti, sulle sue debolezze, sui suoi disagi, e già a quel tempo questi comportamenti non erano certamente cosa da poco, o da sottovalutare.
Oggi invece il bullismo, ovvero ciò che per bullismo si vuol far passare, consiste nell’accoltellare i professori, nel violentare le compagne e metterne su You tube il filmino, nel palpeggiare le insegnanti, nel distruggere mobili e suppellettili, nell’allagare intere scuole, nel bastonare i compagni più deboli, rubargli i cellulari e così via.
é questo il nuovo bullismo? é bullismo uccidere, ferire, violentare, distruggere?
Non vorrei sbagliarmi, ma ritengo che possa invece trattarsi di pura e semplice delinquenza giovanile, con tutto il significato che al termine si vuole dare! Salvo che per definirla tale, ognuno di noi, come al solito, attenda di essere coinvolto in prima persona in spiacevoli e a volte raccapriccianti fatti di cronaca. Allora apriti cielo!
Ritengo che tutto vada ricondotto alla disgregazione della famiglia, alla caduta dei valori fondamentali che un tempo si ergevano a baluardo della nostra educazione; quell’educazione che ci veniva impartita a casa, dai genitori, dai nonni, dagli zii, con cui si era soliti vivere o convivere, condividendo tutto cio che di buono o di brutto ci veniva da una quotidianità “ricca” di tante piccole cose, che poi, messe assieme, diventavano grandi. Molto grandi.
Era il modello comportamentale che ci veniva proposto fra le mura domestiche a darci quelle regole e quell’educazione che avrebbero forgiato il nostro carattere e che sarebbero servite da prezioso bagaglio per un’intera vita. Non pagine di libri, quindi; non testi, non regolamenti scritti, non comandamenti. Soltanto modelli di vita. Piccoli gesti quotidiani, piccoli o grandi rimproveri; piccole o grandi punizioni; sguardi severi.
In conclusione, c’è da ricordare che i bulli, una volta, altro non erano che dei gradassi; oggi, invece, sono impenitenti delinquenti. Ragazzacci che prevaricano e cercano di far valere la loro forza, la loro imbecillità, il loro disagio a vivere in una società fatta di insopportabili regole.
Svanhild Roald Vento
Direttore "Coni News"

Bullismo o mancanza di freni inibitori?

opinioni a confronto: Il partito di gomma

opinioni a confronto: Il partito di gomma

opinioni a confronto: Il partito di gomma

opinioni a confronto: Il partito di gomma