Pubblicato su "Coni News" - Luglio 2009
"Si muore generalmente perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande". Sono parole del giudice Giovanni Falcone, pronunciate prima di quel tremendo 23 Maggio 1992 che a Capaci diede vita alla stagione delle stragi.
Oggi Trapani, la Sicilia, l’Italia intera, rivivono quel ricordo perché a un servitore dello Stato, uno degli uomini migliori che la Polizia esprime nel nostro territorio, è stato indirizzato un orribile messaggio intimidatorio.
Il mondo dello sport trapanese che sulle regole, sul rispetto dell’avversario, sul fair play e sulla lotta alla droga ed alle sostanze dopanti ha sempre impostato i propri modi comportamentali, oggi guarda con sgomento ed infinita tristezza a questo proditorio attacco ad un uomo che ormai da anni dedica le sue migliori energie alla lotta alla mafia, agli affari malavitosi, al malcostume sempre più imperante.
Giuseppe Linares, gli uomini della Polizia, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Magistratura, sanno perfettamente che la stragrande maggioranza della popolazione, quella onesta, sana e laboriosa, sta con loro, dalla loro parte; sta con chi, con grande sprezzo del pericolo, opera quotidianamente per renderci più liberi; opera per restituirci quegli spazi che altri, dalla mafia alla politica, dalla massoneria deviata alle lobbies, impropriamente occupano.
La solidarietà è un gioco di squadra e noi, oggi, la esprimiamo coralmente in favore di chi “non è solo” e “non sta facendo un gioco troppo grande”. Linares è infatti uno di noi e il rispetto delle regole è nel DNA del suo essere.
martedì 5 gennaio 2010
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