Articolo mio, pubblicato il 5.01.2011 su Trapani OK, in risposta al commento che il direttore Vito Manca, con il suo pezzo "Ed io rilancio la GAD", ha fatto al mio articolo "La Grande Alleanza Democratica non serve", pubblicato sempre su Trapani OK il 29.10.2010
Questo l'articolo di Vito Manca del 4.1.2011, in risposta al mio
Ed io rilancio la GAD!
Caro Roald Vento, ripropongo la GAD! Lo faccio per fare chiarezza dopo il Tuo intervento. La Grande Alleanza Democratica non sarebbe un paracarro per abbattere quella che chiami “attuale nomenclatura”. Sai perché? La “nomenclatura”, in questi anni, è rimasta fuori dal Palazzo. E’ in crisi di astinenza da potere e non vede l’ora che vi siano le prossime elezioni per tornare ad aggredire questa città. La “nomenclatura” ha dovuto fare passi indietro. Certo, qualcuno si sarà riciclato, qualcun altro nascosto bene, qualche altro sarà anche stato salvato, ma chi ha distrutto questo territorio – per amor di Patria, o di città – meglio non far nomi, ha segnato il passo. Non ha avuto più udienza a Palazzo. Non ha più usato dipendenti e dirigenti come se fossero suoi maggiordomi. E tu lo sai bene perché hai fatto parte della stagione politica nata dopo le amministrative del 2001. Davvero ritieni che Fazio e D’Alì siano due alleati? Personalmente qualche dubbio me lo pongo. L’unione tra i due è stata forte, ma con la stessa intensità è facile scorgere dissidi e metodi diversi. Ho sempre avuto l’impressione che abbiano “litigato” più di quanto sia uscito all’esterno. Ho sempre pensato che le posizioni siano più distanti di quanto possa dire e registrare il quotidiano gossip politico. Ma il punto, alla fine, non è questo. La GAD dovrebbe nascere per governare il dopo-Fazio e non per discutere del passato. L’esperienza Fazio è al tramonto naturale. Bisogna guardare avanti. La GAD sarebbe tutt’altro che una grande ammucchiata. Avrebbe invece il compito di fare chiarezza all’interno della politica cittadina. Chi la pensa allo stesso modo da un lato, chi la pensa in un altro, o in altri, dalla parte opposta. Sarebbe uno strumento per liberare i partiti dalle loro contraddizioni interne. Ci sono più punti in comune tra esponenti di schieramenti, al momento contrapposti, che tra rappresentanti dello stesso partito. Perché tutto questo? Perché c’è stato un connubio, a volte perverso, tra forze politiche, categorie produttive e sociali, che è andato ben oltre le sigle. Rivolgersi al Sacco di Trapani per avere un’idea. Il trasversalismo degli interessi dovrebbe essere superato dal trasversalismo del progetto. Tu parli d’intrighi tra politica e massoneria. Ritengo che sia un’accusa superficiale. Bisogna, in casi del genere, fare nomi e cognomi e storicizzare. E’ facile scagliarsi contro il “bubbone” della massoneria. Poi magari, gratta gratta, si tratta soltanto di opportunisti che avrebbero utilizzato anche altri mezzi e sistemi per arrivare al potere. E sempre gratta gratta, si finisce per verificare che sono altri i veri burattinai di questa città. La GAD dovrebbe presentarsi con un programma di poche righe ma di estrema concretezza. Mi permetto d’indicarne qualche punto. Costruire una parte dello sviluppo della città attraverso la sua politica culturale. Come? Chiudendo il Luglio Musicale Trapanese. La storia si rispetta, ma il cambiamento fa parte della storia. Sostituirlo con un moderno contenitore culturale – non un nuovo sottogoverno – potrebbe aprire spazi immensi anche sul fronte economico. L’apertura ad una serie di corsi di perfezionamento musicale da svolgere in tutti i periodi dell’anno. Una stagione artistica affidata ai tanti giovani che fanno musica in giro per il mondo con un Festival dedicato a loro. Sono soltanto due esempi. Un altro punto, una battaglia politica e di popolo, con una pressione sempre più forte sul governo nazionale per avere il riconoscimento di porto oceanico. Le battaglie, diceva Che Guevara, si vincono sempre! Ancora, un confronto serio, senza giochi e giochetti e senza tentativi egemonici, di una nuova pianificazione territoriale. Si può pensare ad un lavoro graduale che abbia come primo punto di rifermento la rettifica dei confini nei territori limitrofi, nelle situazioni ormai insostenibili. Poi il resto si vedrà. Un ultimo punto, soltanto per indicarne alcuni, non può non riguardare la scuola. Sia sul piano dell’impiantistica, pensando ad una Cittadella della Scuola, sia sul piano della proposta didattica con una maggiore sinergia tra imprese, istituti ed istituzioni. Non i soliti corsi inutili, ma la possibilità di aprire i tre mondi uno all’altro. Vale anche per l’Università che non può continuare a sfornare avvocati. Ecco cosa potrebbe essere la GAD.
Questa la mia risposta
Anch'io rilancio sulla GAD
Gentile Direttore,
non voglio stuzzicare interesse dei lettori con una risposta piccante, per due motivi. Il primo che ho grande stima del giornalista Vito Manca; il secondo, perché le contestazioni mosse al mio articolo, ovvero al mio modo di interpretare i fatti di questa città, non mi pare ne stravolgano l’impianto.
In ordine alla nomenklatura che, a Suo dire, “in questi anni è rimasta fuori dai palazzi”, vorrei ricordare cosa avevo sostenuto: “ci vorrebbe una condivisione più ampia del progetto complessivo di sviluppo del territorio, non limitata ai “due”, ma aperta sempre al confronto”. Mi pare abbastanza evidente che per nomenklatura intendevo “i due” e non anche altre fantomatiche persone. E’ abbastanza chiaro, nella mia nota, l’invito a una maggiore condivisione di un nuovo progetto politico, così come pure da Lei auspicato. Quando parlavo di grande ammucchiata, non mi riferivo certamente a quei personaggi (GAD) che dovrebbero scrivere una nuova pagina politica per questa città. Ben vengano, questi, perché sono fra quelli che ho citato con il termine “condivisione”.
La grande ammucchiata, a cui mi riferivo, era ed è quella che si riunisce nelle pizzerie, con tutto il rispetto per le persone per bene che pur lì ci sono.
In ordine alle contraddizioni dei partiti, o all’interno di essi, ricordo che a più riprese ho avuto l’opportunità di scrivere che i partiti, quelli strutturati e organizzati al proprio interno, non esistono più da parecchi anni, liberando così da ideologismi d’altra epoca, tanta brava gente che ancora ha molto da “dare”.
In ordine alla massoneria da me citata, la invito a leggere la storia carbonara di questa città; a leggerla e interpretarla, per verificare che fra i tanti massoni con la M maiuscola, idealisti e portatori di grandi valori, ce ne sono e ce ne sono stati tanti altri i cui ideali e obiettivi non sono stati proprio così nobili. I nomi vorrei che prima di me li facesse l’attuale Vescovo di Trapani che in più occasioni si è espresso contro il perverso connubio tra politica, mafia e massoneria che condiziona-va lo sviluppo del nostro territorio. O vogliamo credere, nel senso che ci fa più comodo, che soltanto perché non si fanno i nomi, taluni massoni abbiano smesso di avere interessi, più o meno legittimi, in questa città?
Infine, per non tirarla per le lunghe, ho parlato di Luglio Musicale e un nuovo progetto culturale. Anche qui siamo in perfetta sintonia. Bisogna avere il coraggio di chiuderlo (garantendo in qualche modo il diritto al lavoro dei suoi dipendenti); solo così si libereranno ingenti risorse finanziarie da destinare alla realizzazione di eventi di grande respiro; realmente tali e non sulla carta.
Il “Che” diceva che le battaglie si vincono sempre, ma in Bolivia per lui non andò così; come non sempre, in questo territorio, si vincono le battaglie da molti ingaggiate nel nome della legalità.
La verità, comunque, è che anche qui ci vorrebbe un Guevara capace di far la guerra a quanti “usano” questa nostra terra solo in funzione dei loro sporchi affari.
Che Fazio e D’Alì siano ancora amici, penso che interessi a pochi. Ma sono propenso a credere che faranno quadrato al momento giusto, come del resto è quasi sempre accaduto in questi anni.
Roald Vento
mercoledì 5 gennaio 2011
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